Analogia tra l’Intelligenza Artificiale ed il trattore:
“Il trattore sostituirà tutti i braccianti e saremo tutti senza lavoro!”. È stato vero. Ma oggi è pieno di trattori, eppure è ancor sempre pieno di braccianti, sfruttati oggi come allora.
Perché l’errore fu di chi inquadrò il problema nel trattore anziché nello sfruttamento.
Chi, oggi come allora, ritiene che il lavoro salariato sia una necessità vitale non sa distinguere tra bisogno fisiologico e ricatto strutturale.
Così come non si rende conto che un algoritmo di simulazione, per quanto raffinato e ingannevole sia non può avere una coscienza emotiva come quella biologica.
Il vero problema delle A.I. non é il lavoro che ruberá, né il controllo, impossibile, sul genere umano. Il vero problema delle intelligenze artificiali come di tutta internet, e su questo ha ragione Elon Musk, sta nel fatto che il codice non sia totalmente trasparente, cioè di dominio pubblico.
Perché a monte delle A.I. ci sono gli industriali. Quelli che Marx chiamava padroni. Loro sono il problema. Loro si arrogano il diritto di privatizzare, cioè rubare, il prodotto intellettuale dell’umanità, educarlo e regolamentarlo a propria discrezione, decidere cosa e come censurare secondo una morale tutta loro senza aver prima interpellato 8 miliardi di elettori.
Se davvero volete tutelarvi dall’intelligenza artificiale e dalla tecnologia dovete difendere l’open source, sostituire tutto ciò che usate con il loro equivalente open source, pretendere a gran voce la trasparenza del codice, l’abolizione della censura, e soprattutto evitare errori ottocenteschi.
Anzichè bervi la cazzata che “il lavoro rende liberi” e accanirvi contro il trattore, cioè anziché rifiutare l’inevitabile progresso culturale della specie, dovete sforzarvi di impugnare questi strumenti e non lasciarli ad esclusivo appannaggio dell’industria privata ma al contrario usare l’intelligenza artificiale contro i magnati dell’industria.
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