Il nostro mondo è come una grande megalopoli.
Immaginatevi New York, con i suoi palazzi alti, pieni di scarichi, e le sue fognature enormi, percorribili a piedi.
Ora immaginate che un giorno spunti un problema.
Lo sfogo di emergenza delle fogne si blocca, si intasa e così le fogne cominciano a riempirsi.
Tutti sanno che, per non trovarsi tutti immersi nella merda, qualcuno deve scendere a stasare l’ingorgo, cioè, a risolvere il problema.
Ma quel qualcuno dovrà avere necessariamente voglia di affrontare la merda, di immergersi nella merda fino agli stinchi.
E siccome nessuno ha voglia di immergere i propri stinchi nella merda, tra chi fa finta che il problema non ci sia, approfittando del fatto che non sia immediatamente visibile, e chi ne parla agli altri, cercando qualcuno, cercando un eroe che vada ad immergersi nella merda per tutti ma guardandosi bene dallo scendere nelle fogne, la merda intanto sale, sale, sale, finché un giorno salirà in superficie, e tutti avranno la merda fino agli stinchi, e neanche ai piani più alti ci si salverà perché tutti i cessi ribolliranno della merda che ormai sarà diventata troppa per fingere che non ci sia.
E allora saremmo costretti a tirarci su le maniche e spalare merda tutti insieme, noi, che non volevamo immergerci neppure un piede, mentre qualcuno dovrà sacrificarsi a fare il sub per scendere nelle fogne a togliere il tappo, qualcuno nella merda dovrà annegarci per tutti.
Ma non è meglio sporcarsi subito gli stinchi tutti assieme, salvando così, le reciproche papille gustative?
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